Il
Diagramma dei Flussi, anche denominato Diagramma di Forrester, è il diagramma
caratteristico della Dinamica dei Sistemi. E’
una traduzione del Diagramma Causale in una terminologia che facilita la
scrittura delle equazioni nel
computer. Fondamentalmente è una riclassificazione degli
elementi.
Passi da seguire:
1º. Fai una fotografia mentale al
sistema e a ciò che salta fuori da questo (persone, km2, litri, animali...):
questi sono gli Stock o Livelli.
2º. Cerca o crea degli elementi che
siano "la variazione dei livelli", (persone/giorno, litri/ora, ...):
questi sono i Flussi.
3º. Il resto degli elementi sono le Variabili Ausiliarie.
Questo
è tutto il procedimento. Ora analizzeremo con un dettaglio superiore come si
rappresentano questi elementi.
Gli “Stock” sono quegli elementi che ci mostrano in ogni
istante la situazione del modello, presentano un accumulo e variano solo in
funzione di altri elementi denominati "flussi". Le
"nubi" dentro il diagramma dei
flussi sono livelli di contenuto inesauribile. I livelli si rappresentano con
un rettangolo.
I "flussi" sono elementi che possono
essere definiti come funzioni temporali. Si può dire che raccolgono le azioni
risultanti dalle decisioni prese nel sistema, determinando le variazioni dei
livelli.
Le
grandezze fisiche dentro i flussi e i livelli si trasmettono attraverso i
cosiddetti "canali materiali". D’altra parte esistono canali chiamati
"canali di informazione", che trasmettono, come indica del resto la
loro denominazione, informazioni che per loro natura non si conservano.
Da
ultimo restano da definire i "ritardi", che simulano i ritardi di
tempo nella trasmissione dei materiali o delle informazioni. Nei sistemi
socioeconomici è frequente l’esistenza di ritardi nella trasmissione
dell’informazione e dei materiali ed essi hanno grande importanza nel
comportamento del sistema.
Per
i ritardi di materiale esistono le funzioni DELAY1 e SMOOTH. Per i ritardi di
informazioni si utilizzano DELAY3 e SMOOTH3. Quelli di primo ordine di fronte ad
impulsi discontinui risponderanno con una curva esponenzialmente asintotica,
mentre un ritardo di terzo ordine porta a una curva sigmoidale. In qualche misura i ritardi di informazione
si comportano come filtri stabilizzatori della variabile di entrata.
SIMULAZIONE AL COMPUTER
In
questa tappa si scrivono le istruzioni, leggasi Equazioni, concise attraverso
le quali il computer interpreta la nostra visione del sistema.
In questa fase si devono dare valori numerici alle
Variabili del sistema, alle Funzioni e alle Tabelle. E’ questo uno dei molti
aspetti che differenziano la Dinamica dei Sistemi dalla maggior parte dei
sistemi di creazione di modelli. Così, per esempio, in econometria, una grande
parte dello sforzo totale della ricerca è volta a determinare in maniera
precisa il valore dei parametri che caratterizzano il sistema oggetto di
studio.
Nella Dinamica dei Sistemi, i parametri sono calcolati
con un grado di approssimazione tale da permettere che il modello raggiunga il
suo obiettivo.
Dato che i sistemi sociali tendono ad
essere abbastanza poco sensibili ai cambiamenti dei valori dei parametri, non è
necessario dedicare molto tempo al calcolo preciso degli stessi
Si può partire da alcuni valori approssimati allo scopo
di ottenere una prima idea del comportamento del modello. Successivamente, mediante le analisi di
sensibilità, si potrà identificare l’insieme relativamente piccolo di parametri
i cui valori alterino significativamente il comportamento del modello o le
risposte di questo a politiche differenti. In questo modo scopriremo quei
parametri che conviene calcolare in maniera più esatta. Sono evidenti in
vantaggi in quanto a risparmio di sforzo e di tempo che questo metodo
implica.
COMPORTAMENTO DEL MODELLO
Possiamo
altresì effettuare un confronto del comportamento tra il modello e la realtà,
giacché il risultato fornito dal modello ci permette di verificare la certezza
delle nostre ipotesi e, in base alla differenza tra il modello e la realtà, è
necessario riconsiderare le ipotesi iniziali e fare le correzioni necessarie al
modello.
Un
sistema dinamico possiede differenti aspetti che soggetti a valutazione, come:
-
La sua capacità di riprodurre i dati storici del sistema simulato in condizioni
normali o estreme.
- La accettabilità delle supposizioni fatte al momento
della definizione del modello. - La plausibilità dei valori numerici adottati dai parametri del modello.
Certamente, il primo criterio avrà importanza solo quando
si verifichino anche gli altri, poiché esisteranno infiniti modelli capaci di
riprodurre adeguatamente i dati storici del sistema senza essere in relazione
con i meccanismi che formano la struttura dello stesso.
Il giudizio sulla
forma in cui un modello soddisfa i criteri precedenti non deve essere limitato
alla considerazione dell’informazione quantitativa disponibile giacché la
maggior parte delle nozioni rilevanti riguardo ai sistemi sociali sono in forma
qualitativa, in mano di esperti nel campo nel quale ci muoviamo.
Non dobbiamo dimenticare che un modello che soddisfi i
differenti tests di valutazione non è una descrizione inconfutabile della
realtà né l’unico modello possibile.
Partendo da determinate condizioni iniziali, si determineranno le evoluzioni delle distinte variabili del modello durante l’orizzonte temporale scelto per la valutazione, registrando tali valutazioni mediante grafici. Il confronto di questi grafici con i loro corrispondenti dati storici sarà utile per provare se vengano o meno soddisfatte le caratteristiche principali del comportamento reale.
In funzione dell’esito di questa valutazione si passerà a
perfezionare il modello, correggendo i difetti osservati ed introducendo i
miglioramenti che si ritengano convenienti. Con questa riformulazione del
modello si procederà ad una nuova simulazione con lo stesso e alle conseguenti
analisi e valutazione, seguendo questo processo sino a quando si arrivi a
considerare che il modello soddisfi sufficientemente gli obiettivi fissati,
oppure che il prodotto risultante dalle modifiche che potessimo introdurre non
compenserebbe lo sforzo realizzato.
La
prima simulazione si compie, secondo quanto abbiamo detto, utilizzando dei
valori di parametri e condizioni iniziali che non devono necessariamente essere
esatti. A volte, in assenza di dati, questi valori si baseranno su opinioni di
esperti nel campo del sistema studiato, e
ciò farà sì che essi non siano eccessivamente rigorosi, ma comunque assai
spesso ugualmente utili
ANALISI DEL SISTEMA
Infine, quando un
modello arriva ad offrire una soluzione coerente con il passato e la situazione
attuale, potremo simulare l’impatto delle politiche o delle decisioni che ci
porteranno alla soluzione del problema prospettato.
Si possono anche localizzare i Fattori Chiave (leverage-points) tramite l’analisi di
sensibilità.
Il
modello finale deve essere relativamente semplice, in modo che sarà necessario procedere
a creare le associazioni necessarie e tutte le semplificazioni possibili, in modo tale che il modello risultante sia
comprensibile per i destinatari finali del modello e maneggevole per i suoi
fruitori. Oltre al grande sforzo e
tempo che richiede l’ottenimento di un modello complesso, questo può arrivare
ad essere complicato come la realtà che rappresenta, rendendo difficile la comunicazione e offrendo quindi
un aiuto irrilevante alla soluzione del problema prospettato
E’ conveniente chiarire che, nonostante un modello di Dinamica dei Sistemi abbia l’apparenza di un insieme complesso di equazioni matematiche che può far pensare alla possibilità di una perfetta previsione del futuro, non è questo lo scopo che ci si prefigge, bensì aumentare la nostra conoscenza del modello studiato così come creare uno strumento utile per l’analisi di politiche che dovranno essere valutate a partire dalle tendenze globali che generano.
Questa
differenza tra l’apparenza del modello e l’intenzione dello stesso suole falsare l’opinione dell’utilizzatore,
che pensa frequentemente di disporre di uno strumento diverso da quello che
possiede in realtà. Questa possibilità si riduce quando il modello è
considerato come quello che è in realtà: la
rappresentazione esplicita di un modello mentale. Questa
percezione viene facilitata se il creatore del modello riduce al minimo l’utilizzo di simboli inaccessibili, se le
equazioni matematiche sono spiegate da grafici facilmente comprensibili per
coloro che non sono esperti, e se sono accompagnate da una giustificazione
consistente. In una parola, se una delle premesse per la creazione del modello
è la sua trasparenza.
D’altra parte, devono restare chiare le limitazioni del
modello, in special modo quando viene usato con fini di previsione di impatti
che politiche diverse avrebbero sul sistema. Non dobbiamo dimenticare che l’evoluzione ottenuta del comportamento del modello
si basa in alcune ipotesi sulla struttura attuale del sistema e delle
circostanze che formano il suo intorno. Pertanto le conclusioni estrapolate
saranno valide, supposto accettabile il modello nel momento attuale, sempre che
non cambino la struttura fondamentale del sistema o le circostanze esterne che
possono influire sulle sue parti sensibili.
D’altra parte, perché un modello
continui ad essere utile col passare del tempo è necessaria la sua revisione
periodica, per poter introdurre cambiamenti significativi che si siano prodotti
nel sistema rappresentato dal modello.
Un
altro fattore da considerare è la dose di soggettività che implica l’utilizzo
di modelli. Nel caso particolare della Dinamica dei Sistemi, la creazione del
Diagramma Casuale rappresentativo delle differenti interazioni tra le variabili
è una delle tappe più soggettive, ma non è l’unica. Così pure può esistere soggettività al
momento di quantificare e utilizzare i dati disponibili, nell’interpretare i
risultati ecc.
La soggettività che implica il processo di
modellizzazione non è in realtà un fattore negativo, giacché è impossibile
studiare un sistema sociale in maniera assolutamente oggettiva.