CRITICHE AI MODELLI
Già nel 1971, Van der Gritten enunciò alcune critiche ai
modelli creati secondo questa metodologia. Queste
critiche sostanzialmente sono:
- Mancanza di
contenuto empirico dei modelli. Vale a dire, il risultato del modello dovrebbe
essere comparabile con i dati reali.
- Le relazioni funzionali mettono insieme idee
e criteri che non sempre godono del supporto della teoria, dell’evidenza o
dell’esperienza. - I risultati sono sensibili alle variazioni di alcuni parametri.
- Il carattere determinista di molti dei modelli, dovuto al fatto di non includere la possibile reazione prima della previsione di cambiamenti futuri
Sebbene
certamente se ne potrebbero aggiungere altri, questi sono sostanzialmente i
punti fondamentali di critica a questa classe di modelli.
E’
chiaro che la natura dei problemi con i quali si entra in contatto con questa
metodologia darà sempre adito a queste critiche se non si spiega
preventivamente che i modelli della Dinamica dei Sistemi non sono modelli di
previsione, non pretendono di trovare valori esatti, ma comparativi, come dire
devono permettere di confrontare differenti politiche alternative in base allo
scenario verso il quale portano.
STORIA E ATTUALITA’
La Dinamica dei Sistemi ha le sue origini negli anni ’30
quando si sviluppò la teoria dei servomeccanismi, che sono strumenti nei quali
esiste una retro alimentazione continua.
Negli
anni ’50, avvalendosi dei progressi iniziali dell’Informatica, Jay Forrester
sviluppa al M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology) la Dinamica Industriale. Con
questo strumento, che unisce l’approccio sistemico e la simulazione informatica,
riesce a migliorare nella risoluzione dei problemi che si producono in seno ad
un’impresa industriale. Alla fine del decennio degli anni ’50 pubblica
"Industrial Dynamics" (1961).
Il decennio successivo, gli anni’60, è il decennio di
passaggio dal mondo dell’industria all’ambito sociale, e verso la fine
compaiono i primi risulltati"Principles of Systems" (1968),
"Urban Dynamics" (1969), "World Dynamics" (1971) per il
Club di Roma, "Counterintuitive Behavior of Social Systems" (1971) e
"The life Cycle of Economic Developement" (1973).
Merita una citazione a parte il libro di D.L.Meadows
"Dynamics of Growth in a finite World" (1972). Il grande merito di questo libro è essere
stato pubblicato un anno prima della grande crisi delle materie prime del 1973,
e aver predetto in parte le sue conseguenze.
Da
allora le applicazioni, che si possono dedurre dai titoli pubblicati, si estendono a svariati ambiti, inclusa
l’ecologia, che trova nella Dinamica dei Sistemi un assai valido aiuto per lo
studio dei complessi fenomeni che si producono in natura. Recentemente si
osserva una certa diffusione delle applicazioni di questa metodologia
nell’ecologia. Così appaiono sulla stampa articoli che commentano i feed backs
fra diversi elementi degli ecosistemi, la loro complessità, l’esistenza di
leverage-points, l’esistenza di punti di non ritorno ecc.
La
loro generalizzazione allo studio di processi socioeconomici basata su modelli
mentali comporta senza dubbio notevoli difficoltà, anche se è innegabile che va
a colmare una lacuna esistente tra gli strumenti di analisi di questi processi
che sono caratterizzati per la loro complessità e per l’esistenza di relazioni
multiple di retroazione.
La
applicazione della Dinamica dei Sistemi alla socioeconomia si basa sul fatto
che in questo ambito si possono anche definire sistemi, dei composti di alcuni
elementi che si relazionano tra loro in modo stabile, tra cui vigono e si
compiono delle leggi, come quelle della
logica, del mercato, della demografia ecc.
Abbiamo trovato, a riguardo, un commento del 1977 di Jaime Terceiro, il quale indica che “Lo
svantaggio principale della programmazione dinamica, salvo per i casi
relativamente semplici nei quali è possibile ricavare una relazione analitica
dalla relazione ricorrente, è che viene richiesta una capacità di memoria che
supera i limiti pratici dei calcolatori attuali”.
Se ciò era pur vero nel 1977, la spettacolare evoluzione
del software e dell’hardware degli ultimi anni permette che con un PC e con
conoscenze elementari di informatica sia possibile creare questo tipo di
modelli. Per ciò possiamo dire che si è aperta la porta
all’applicazione generalizzata di questa metodologia.
Man mano che questo strumento è andato acquistando
esperienza e si sono moltiplicate le sue applicazioni, in un ambito limitato,
coloro che lo utilizzano maggiormente lo hanno sviluppato in aspetti parziali,
secondo i loro gusti e le loro necessità.
Il panorama di attualità è caratterizzato da un’attività
continua nell’applicazione di questa metodologia. Ciò si può notare dai libri
sempre più frequenti che vengono
pubblicati, dai riferimenti sulla stampa, e dalle applicazioni che vengono alla
luce.
Un buon sistema per conoscere quanto si sta facendo è
rivolgersi al server system-dynamics@world.std.com, ed esistono anche ampie e aggiornate informazioni nella
Web dello Studente, e ovviamente nella
pagina de Dinamica dei Sistemi http://dinamica-de-sistemas.com.